Land Art in Italia
La natura regala quotidianamente dei panorami mozzafiato: il verde brillante dei prati, le sfumature di un tramonto, i rami fioriti degli alberi che giocano a rincorrersi sul blu del cielo. Quanto di più meravigliosamente naturale esista ha catturato il genio creativo di molti artisti contemporanei: è così che nasce la Land Art, una visione dell’arte che pervade la natura, elevando la sua materia prima a maestosa opera di notevoli dimensioni.
Nata negli Stati Uniti d’America tra il 1967 e il 1968, questo stile artistico concretizza le suggestioni dei creativi in alcuni dei più ampi spazi incontaminati: in questo modo deserti, laghi, distese integre accolgono estrose installazioni che ne esaltano la bellezza, trasformandoli in rivoluzionarie tele.
In realtà dietro il concetto di Land Art si nasconde un sentimento di delusione sociale molto forte: gli “earth workers”, delusi dagli schemi imposti dal Modernismo, con le sue ferree gerarchie da rispettare, guardano alla natura come all’oasi di purezza incontrastata in cui vige ancora la totale libertà d’espressione.
In Italia la Land Art ha delle origini molto più antiche, sebbene non si chiamasse così: i primi interventi artistici di questo tipo risalirebbero infatti al Giardino di Boboli di Firenze; tuttavia, i primi reali parchi d’arte dello stivale risalgono agli anni Sessanta.
Il Parco di Pinocchio è uno di questi: creato nel 1956 a Collodi, l’opera rappresenta il primo geniale risultato di un collettivo di artisti e architetti italiani. Un percorso che catapulta tra le pagine della famosissima fiaba, affascinando grandi e piccini in un contesto naturalistico ridente.
È poi la volta del gioiellino firmato Enzo Pagani, artista e gallerista: nel bucolico scenario di Castellanza, in provincia di Varese, prende forma una vera e propria galleria a cielo aperto ospitante ben 650 opere di capisaldi del Novecento, tra cui Jean Arp, Man Ray, Reggiani e Vanelli.
Nel Sud Italia desta ulteriore curiosità l’incredibile museo di Santa Barbara: quest’esplosione di colori che ospita opere del calibro di Giacometti, Spadari, Schifano e Ceroli, sorge nell’area di una necropoli del XII secolo, nei pressi di un’antica struttura monastica. Il gioco di contrasti, nei guizzi colorati e nel contesto, è sicuramente la sua peculiarità.
Una menzione tutta particolare la merita il Giardino dei Tarocchi: situato a Garavicchio, non troppo distante da Capalbio, nasce dalla scintilla visionaria dell’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle dopo aver visitato il famoso Parque Guell di Gaudì a Barcellona. Giochi cromatici, statue imponenti, accostamenti di materiali differenti: il tema dell’arcano invade la natura e ne rielabora gli spazi all’insegna dell’originalità.
Infine, un esempio da manuale di Land Art tricolore è il Campo del Sole, a Tuoro: ben 28 colonne azzurre realizzate in pietra serena rievocano la leggendaria sconfitta dell’esercito romano sul lago Trasimeno da parte di Annibale; uno spazio incontaminato in pieno stile Stonehenge.
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Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Land_art - http://altrimondinews.it/2016/05/17/land-art-larte-che-dura-finche-vuole-la-natura/ - https://www.artinitaly.it/index.php/2010/08/26/land-art-italia-i-parchi-dell-arte/ - http://www.nationalgeographic.it/ambiente/2012/11/26/foto/paesaggio_come_arte_top_10_opere_land_art-1387332/1/
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